Un mazzo di carciofi

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Un libro è come un viaggio. Si parte dalla prima pagina, con la voglia di scoprire qualcosa di interessante, con il desiderio d’essere sorpresi da emozioni inattese, con la speranza di imparare qualcosa di nuovo che arricchisca mente e anima. Un viaggio che a volte si rivela serendipico, perché conduce oltre le attese, soprattutto quando i sentieri in cui ci si avventura raccontano la storia di una persona vera e non frutto dell’immaginazione letteraria.
Un Mazzo di Carciofi è il libro-viaggio in questione e la persona di cui narra è l’autrice stessa, Ernestina Rossotto. Psicoterapeuta, scrittrice ma innanzitutto donna e madre single che in queste pagine svuota la sua anima con rara disinvoltura mettendone a nudo le pieghe più profonde. La lettura porta ad incontrarla e a proseguire insieme a lei questo viaggio: è lei che prende per mano e invita a camminare tra le bancarelle del mercato. Perché un mercato è vita, un microcosmo denso di colori, di odori, di voci che suscitano effervescenza e allegria. Ed è proprio al mercato che l’autrice trova il punto di partenza per raccontare la sua vita affettiva, esattamente soffermandosi davanti a un banco di ortaggi e osservando, in particolare, un ricco mazzo di carciofi.
Già, carciofi! Grandi e piccoli, tondeggianti o allungati, verdi scuro e violacei, spinosi e coriacei ma tanto gustosi e con un cuore tenerissimo. L’analogia tra questi ortaggi, così robusti ma appetibili, e l’universo maschile è il fil rouge che Ernestina coglie per cucire la trama della sua esistenza. Dalle bancarelle di un mercato, alla vita di coppia, dagli ortaggi ai sentimenti. Protagonisti gli uomini che hanno condiviso con l’autrice percorsi più o meno lunghi di vita. Uomini spinosi, uomini complicati, uomini bambini, uomini problematici, uomini egocentrici, uomini affettuosi … Uomini versatili, ognuno dei quali ha aggiunto un tassello importante alla vita di Ernestina contribuendo a renderla la donna di oggi. Una vita spesso dolorosa, la sua, ricamata da graffianti delusioni e aspettative tracimate in drammatiche solitudini. Tuttavia s’è sempre dimostrata combattiva, capace di scegliere, di decidere, di trasformare un insuccesso in insegnamento, un lutto in rinascita, rialzandosi sempre più forte dopo ogni caduta.
Ma per riuscire a far questo occorre affrontarsi senza scudi e guardarsi dentro senza paure. Occorre andare incontro a se stessi, saper raccogliere il buono delle proprie radici ma al contempo spezzare le catene e sfrondare i rami che appesantiscono una crescita sana, autonoma, matura. Da figlia di genitori onesti e semplici a madre di due ragazzi, Ernestina è la testimonianza di come si possa costruire il proprio destino traendo forza anche, o soprattutto, dal dolore e di trovare la direzione giusta imboccando anche, o soprattutto, sentieri sbagliati.
Con acuta ironia, l’autrice carezza i profili di alcuni “carciofi” che l’hanno particolarmente “punta”, librandosi sui loro profili caratteriali con il talento di un caricaturista. Ne emerge un quadro a tratti amaro, altri comico, ma sempre specchio illuminante di una umanità in cui è facile ritrovarsi e confrontarsi. Sul cammino di Ernestina s’incontrano uomini al plurale e un uomo in particolare. Perché Ci sono amori che ti restano dentro per sempre anche se non riuscirai mai a viverli … che sono come mantelli, ci tengono al caldo, ci proteggono, hanno qualcosa di magico … Sono come momenti che s’imprigionano nella memoria, regalandoti la semplice gratitudine di averli vissuti, qualunque cosa accada.
Dalle bancarelle del mercato, attraverso i meandri delle relazioni affettive, Ernestina porta a conoscere anche la bellezza del rapporto con i suoi due figli, cresciuti da una donna che ha saputo fare anche da papà. Eccolo, forse, il capolinea del viaggio che questo libro suggerisce: il futuro, il divenire, la crescita, saper tramandare a chi si ama la ricchezza che in fine si possiede.
Fuori delle righe, Ernestina scrive che se fosse una pianta sarebbe quella del cappero, per la capacità di attecchire su pareti rocciose affondando le radici in pochissima terra, resistendo al forte vento nonostante la precarietà delle fondamenta. Tuttavia, forse, in lei è germogliato anche qualche cosa di più, qualcosa che somiglia proprio al carciofo e che si manifesta non tanto nelle spine offensive quanto nella consapevolezza del proprio Essere. Dopo tutto, la mitologia vuole che in origine il carciofo fosse una donna. Protagonista della leggenda è la bellissima ninfa Cynara, chiamata così per via dei capelli color cenere che contrastavano con gli occhi verdi e viola. Era alta, flessuosa, una bellezza da far perdere la testa anche a un dio, ma era anche molto orgogliosa e volubile. Quando Zeus cadde nella rete della sua seduzione, non fu corrisposto, così in un momento d’ira trasformò Cynara in un carciofo verde e spinoso. Come il carattere dell’amata.
Sull’onda di quest’immagine, si approda all’ultima pagina di questo viaggio con un bagaglio in più. Un pensiero leggero, una sensazione di serenità: sapere, cioè, che in un mazzo di carciofi tutti maschili si possa nascondere anche l’animo di una donna. Una donna come Ernestina Rossotto, talmente forte da poter trafiggere le corazze, smussare le spine e toccare la dolcezza di ogni cuore.
Un Mazzo di carciofi
Di Ernestina Rossotto
Edizioni EBS Print, 2018