Lugano, una favola di "Le mille e una notte" (privé)

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Turgido e vellutato, fiero e sensuale, vivace e delicato. Con la sua variopinta presenza, il tulipano è uno tra i fiori che meglio esprimono l’anima della primavera, anche in città. Una rigogliosa tavolozza di petali che riveste i giardini di un nuovo volto, quasi a simboleggiare la ripresa della vita dopo il sofferto letargo invernale.
Non a caso la bella Lugano da qualche settimana ha prediletto tulipani dai mille colori per infondere fresca effervescenza a piazze, aiuole e giardini. Ed è una delizia osservarli giorno dopo giorno crescere, levarsi verso il sole con quelle testoline gentili e affusolate, quasi a voler spingersi sempre più in alto per respirare l’aria lacustre. Sembrano tanti soldatini in fila, obbedienti, regolari, allineati secondo una precisione geometrica – svizzera direi – che doma con grazia l’esuberanza della natura.
Forse la sensazione di magica armonia che i tulipani trasmettono viene anche dai messaggi inscritti nel loro intimo linguaggio, perché – si sa – ogni pianta e fiore possiedono un simbolismo ricamato di leggendari aneddoti. Così è anche per il tulipano, la cui personalità pare essere intimamente radicata all’amore.
La sua culla natale giace in Turchia, nei monti del Pamir, nelle montagne dell’Hindu Kush e del Tien Shan, luoghi per definizione magici che hanno partorito leggende altrettanto fiabesche legate al fiore. Si narra, per esempio, che il sultano di “Le mille e una notte”, usasse sempre e solo un tulipano per scegliere la donna prediletta dell’harem, lasciandone cadere uno rosso ai suoi piedi in cambio delle sue grazie. Un altro racconto narra che fossero le odalische a posare un tulipano al di fuori delle inferriate dell’harem, per suggellare il proprio struggente amore con l’amante perduto.
Leggenda o verità, fantasia o sogno, è bello pensare che ogni tulipano custodisca gelosamente tra i suoi setosi petali un messaggio d’amore destinato a chi lo sappia cogliere, catturato dai suoi ipnotici colori. Tulipani rossi per scaldare la passione, gialli per stuzzicare la gelosia, screziati per accendere l’eccitazione, rosa per elargire carezze, viola per asciugare le lacrime e bianchi per domandare sommessamente scusa …
E se un’altra leggenda vorrebbe che dal sangue dell’Imam Hossein, nipote di Maometto, sia sbocciato nel cuore del deserto un tappeto di tulipani rossi, è più piacevole pensare che sia l’amore ad accendere la primavera di Lugano. Fiorita, colorata, incantata. Bella, come una favola di “Le mille e una notte”.