Il ladro di ricordi e il giro del mondo (Privé)

I ricordi a volte sorprendono. Tutti siamo ormai sommersi dai quotidiani flash del passato che, volenti o nolenti, Facebook ci sbatte in faccia non appena entriamo nella nostra pagina, curiosi di scoprire cosa sia successo in nostra assenza nella vetrina più frequentata del social world.
Quasi si ha la sensazione di non essere più padroni dei propri trascorsi, perché avvenimenti, immagini, pensieri pubblicati anni prima e lasciati lì a sbiadire senza nemmeno grande riguardo per ciò che fu, ci rimbalzano d’improvviso agli occhi consegnati a domicilio da un subdolo ladro che, dopo tutto, colpe non ha. Perché ad affidargli con ingenua incoscienza attimi più o meno importanti divenuti oggi ricordi siamo stati proprio noi, sull’onda irresistibile della condivisione a tutti i costi.
Ma, come dicevo, i ricordi a volte sorprendono. Può capitare, infatti, di scrivere oggi un pensiero che riteniamo profondo, originale, speciale, unico insomma…e di pubblicarlo con il solito prurito esibizionista che ci sputa dentro il web per scoprire, la mattina successiva, che quello stesso identico pensiero lo avevamo espresso diversi anni prima! “Paola … abbiamo pensato che ti avrebbe fatto piacere rivedere questo post di due anni fa”, mi dice il ladro nascosto dentro il web. Stesso concetto, stesse parole, stessa punteggiatura, stesso clima emotivo nella frase, stesso messaggio diretto a chissà chi allora. Forse solo a me stessa, esattamente come oggi.
Sorprende l’esatta ridondanza e forse chi manovra i fili invisibili del teatro facebookiano ghigna di fronte all’intuibile stupore di ritrovarsi identici allo specchio di qualche anno fa, purtroppo solo in quella manifestazione espressiva, o forse anche d’altre.
Coerenza o monotonia? Difficile dirlo. Certo è che oggi, così come due anni fa, penso questo: C’è chi ha bisogno di fare il giro del mondo per apprezzare il bello di casa”.
Ebbene, ringrazio il ladro di ricordi che mi ha rammentato di aver fatto almeno due volte in pochi anni il giro del mondo. Ma soprattutto lo ringrazio d’avermi ricordato quanto sia bello tornare a casa, sempre, sapendo con assoluta certezza che prima o poi ripartirò.