Monologo notturno (privé)

Ma come fai a vivere qui da sola? Capisco d’estate ma il resto dell’anno…?
Io lo trovo bellissimo, anche d’inverno, forse di più.
Ma tu sei matta! Non c’è niente qui…
Appunto per questo mi piace!
Hai lasciato una casa bellissima, grande, comoda, in città vicino a tutti per rifugiarti come un’eremita nel nulla quasi più assoluto. Quasi ti dimentichi di mangiare… Tu sei proprio strana!
Sarà. Ma a me qui piace, e poi mangio abbastanza. Fammi un piacere, vieni con me, affacciati sul terrazzo adesso e dimmi cosa vedi…
Ok, lo faccio, contenta? Ecco, non vedo una beneamata minchia, come direbbe Camilleri, è tutto buio assoluto. Solo stelle, neanche la luna, una luce più brillante là in alto ma sotto niente di niente. Sa di vuoto, fa paura…
Ma guarda bene… le stelle spiano noi che stiamo a frugare tra i loro segreti, non le trovi bellissime? La luna è altrove questa notte, perdonala, tornerà. Quella luce più brillante lassù invece è la vetta del Monte che sta sempre accesa, forse per rassicurare chi come te può aver paura del vuoto della notte. Che poi tanto vuoto non è… guarda là di fronte…
Cosa, che cosa?
Quelle lucine colorate che ammiccano. Sono segnali di vita, di calore, di esistenze forse simili alla mia. Case affacciate sullo stesso lago che adesso dorme e si nasconde. Tutto quel vuoto buio che tu vedi in realtà è un magnifico specchio d’acqua pullulante di vita.
Insomma… è il lago e non si vede perché è notte, punto.
Forse… oppure è uno specchio in cui ognuno può vedere se stesso con i propri orizzonti e i propri limiti. C’è chi ci trova solo il buio e chi invece un mondo fremente di vita, basta chiedere in prestito un po’ di luce alle stelle, chiamare in aiuto la luna e immaginare che tutte le creature lacustri si sveglino, proprio adesso, tutte insieme. Germani, svassi, aironi, folaghe, tartarughe, pesci … pensa, pensa quanta energia in quel pozzo buio che tu immagini di vedere!
Si vabbè ma sei tu che giochi a immaginare, la verità è che ce ne stiamo qui soli, davanti a niente e nessuno. Ecco, nessuno, non c’è gente qui, non si sente una voce…
Ascolta bene. Shhh….
Chi?
Come chi…il vento! Il vento s’infila tra le fronde dei cedri e li fa parlare, ascolta… sembra che i rami più alti prendano vita, che si stiano sbracciando per farsi notare dalle stelle. E poi, se ascolti bene, ogni tanto puoi sentire anche il fischio acuto degli aironi cenerini, ce ne stanno due sul molo in questi giorni, si levano all’alba…
Ma non sono gente gli alberi e neanche gli uccelli, e non hanno voce!
Ma sono vivi e parlano …
Sì soprattutto all’alba, perché tu ti svegli all’alba ovviamente!
È l’alba che mi sveglia e mi prende per mano senza strattonarmi dai sogni ancora caldi che vorrebbero tenermi…
Oh mio Dio, se sei strana… Scusa possiamo rientrare in casa, ho freddo.
Ma certo, vieni dentro…
Scusa, è stato bello venire a trovarti ma adesso è tardi, meglio che vada… non preoccuparti, porto io i tuoi saluti a tutti e dico anche che mangi così stanno tranquilli! Mi spiace un po’ lasciarti sola ma …
Ma io non sono sola qui, non sono mai sola. Tutto quello che tu non puoi vedere è la mia compagnia. Ti accompagno fuori, così non ti perdi nel buio…
Grazie, ma accendo l’Iphone, mi fa luce fino all’auto, non mi perdo stai tranquilla, vado!
…ma sì, in fondo ognuno ha i suoi specchi, le sue luci, i suoi vuoti. Le sue solitudini da coccolare.
Fa buon viaggio, io torno a sognare.