Sapore di pioggia (privé)

Perdona luna, non posso dedicarti versi ora. In lontananza il cielo promette tempesta.
Lampi di luce scaldano il buio accendendo il profilo delle colline come tante obbedienti lucciole in fila. Sta ancora là, lontano da questa sponda di lago che, sornione, aspetta l’acqua notturna che lo rinnovi.
L’odore della pioggia vien dal vento che qui parla, prepotente, attraverso le fronde fitte dei cedri che cimiano incandescenti. Sembrano braccia sconvolte levate al cielo, che nuotano invano alla ricerca di stelle impossibili. Alla ricerca di te, luna, che da perfetta primadonna sai esattamente quando uscire di scena, con l’eleganza di chi sa farsi desiderare prima di tornare.
Sai aspettare nel tuo dorato altalenare e superba le cedi il passo. S’avvicina la pioggia con il suo seguito di tuoni gentili e presto la terra restituirà più pungente il suo fecondo alito dopo aver bevuto gocce e gocce di nuova energia che consoleranno i cedri delle stelle mancate.
Amo la pioggia, io che so di sole, perché anche lei ha un suo sapore. Amo sentirla addosso, purezza che pulisce, perdona e rinvigorisce.
E ora la aspetto insieme a te, luna, che pazienti nascosta dietro la tua modestia. La aspetto insieme al lago, ai cedri e alle stelle. Musica sulla mia pelle.