L'OVUNQUE PERFETTO (Privé)

Scrivere nel buio illuminato dalla luna. Il silenzio che bisbiglia.
Potrei essere ovunque. Affacciata sul mare di Sicilia, seduta al porto del Giglio, accoccolata su una spiaggia africana. Solo il cielo immobile, quel panciuto bagliore astrale e i suoi fluidi riflessi di miele sullo specchio d’acqua di fronte. Acqua lacustre che sa di immenso così sprofondata nella notte e invita a giocare con la mente immaginando d’essere dappertutto, in un ovunque perfetto. Complice un caldo che avvolge ogni cosa, scandisce ogni gesto, rendendo lento il divenire, anche quello delle parole, persino dei pensieri.
Tutto sembra fermo, una clessidra distesa. La grande festa di ieri alle spalle, con l’eco dei fuochi d’artificio che ancora implodono nel cuore colorandolo di fragore. Sembra un altro lago ora così aperto nel suo naturale silenzio. Nudo, senza trucco, senza abito da sera. Più timido, più intimo, più puro ma non più spento.
Merito di quel panciuto bagliore astrale, lunaticale, che plana sull’acqua con sottili fili d’oro da intrecciare ai ricordi risvegliati dal torpore, timidi sogni in divenire.
Potrei essere ovunque. Ma, forse, l’ovunque perfetto è qui, adesso.