Sicilia, un arcobaleno di emozioni

Ogni volta è come fosse sempre la prima volta. Tornare in Sicilia significa ritrovarsi abbandonandosi all’abbraccio caldo della sua gente. Stupisce la fiducia, talvolta il candore, con cui le persone ci accolgono. Noi giornalisti, benedetti portavoce di una cultura immensa troppo spesso imbavagliata dai lacci ingombranti delle logiche economiche e politiche, ricevuti a braccia aperte da chi chiede innanzitutto di essere ascoltato e raccontato: sorrisi schietti, tavole imbandite e quello spirito generoso, quella disponibilità a “darsi” che non si esaurisce mai. Nemmeno dopo il primo incontro.
È così che si diventa amici. È così che visitando aziende, cantine, bagli dal sapore secolare che il tempo ravviva anziché cancellare, si coltivano rapporti umani, oltre che professionali. Qui, tra le vigne odorose di salsedine, sotto il fruscio rassicurante degli ulivi, affacciati su tramonti albicocca indecisi se appartenere al mare o al vulcano, si riscopre l’antico dialogo tra le persone e la natura, tra la gente e la sua terra. Gente giustamente orgogliosa di mostrare al mondo le bellezze, talvolta schive nonostante l’esuberanza, di un’Isola dai mille volti. Perché oltre alle “primedonne” ben note al turismo di tutto il mondo, quali Palermo, Agrigento, Taormina, ci sono spicchi di Sicilia da scoprire con fanciullesco stupore, quasi in punta di piedi per non violarne la naturalezza.
Penso ai vigneti che ruzzolano fin sulle spiagge della costa menfitana, dove i grappoli sembrano rincorrere la brezza del mare per farsi più ricchi e preziosi. Penso alle saline rosa dello Stagnone che sorvegliano Mozia, candidi cristalli testimoni di una storia resuscitata alla memoria. Penso al vento che carezza le piccole isole al largo della grande Isola, gioielli di un già ricco tesoro, e immediatamente respiro il profumo intenso del Passito di Pantelleria, assaporo la fragranza dei capperi di Salina, gusto l’invito irresistibile dei vini nati dal sole a farsi sorseggiare in lieta compagnia. Ed è solo un assaggio, perché la Sicilia è molto altro ancora. È un arcobaleno di emozioni dipinto nel cielo dell’anima.
Allora, ripercorrendo con la mente i mille volti della Sicilia, penso che forse altro non sono che i volti aperti della sua gente. E così, raccontare dei momenti trascorsi insieme a chi, con solerte passione, dedica quotidianamente la propria vita alla cura di una terra baciata dal sole e dal mare, diventa anche per noi giornalisti un insegnamento e un’occasione per poter rivivere preziose esperienze in compagnia dei cari amici di sempre.
Fino al prossimo incontro.
sicilia-mia