Delirio cosmico

Tu e io non ci basteremo mai. E non finiremo mai.
Forse finirà il mondo il ventun dicembre di quest’anno ma noi sopravvivremo a dispetto di qualsiasi profezia, continuando a cercarci e ritrovarci in qualche angolo sperduto dell’universo o su qualche remota galassia preclusa a chi è sordo all’amore.
Non mi capita mai di dormire dieci ore sprofondata in un sonno abissale e di svegliarmi, come ho fatto da poco, con la sensazione di uscire da un utero caldo e verginale, quasi fosse l’alba immacolata di un nuovo mondo, di una nuova era, la nostra. Stranamente, non ricordo i sogni di questa notte appena morta ma so d’essermi abbandonata a Morfeo con il mieloso piacere di una bambina che si fida della vita, rivoltando nella mente le tue parole mormorate a metà tra il profumo dei miei capelli e il sudore della tua pelle.
Qualsiasi sogno io abbia fatto, di certo aveva le luci e i colori delle tue parole e brillava delle mille sfumature di quella passione adorante che tu, con la tua voce di velluto, infondi ogni volta ai miei sensi.
Solo con te posso volare verso cieli colorati di ogni gradazione dell’amore.
Solo con te voglio volare verso quella galassia preclusa ai sordi, ai ciechi e agli aridi di cuore e vorrò essere assordata, trafitta, ubriacata dai gemiti umidi del nostro folle amore.

E se in quest’istante ti giungeranno lievi queste mie parole, mentre mollemente disteso sul profumo ancora caldo di me, navighi verso uno dei tuoi orgasmici sogni, sappi che questi miei pensieri altro non sono che il pallido riflesso dei tuoi desideri.